Per chiudere questa settimana di consigli di lettura, oggi vi propongo un romanzo che ho letto da adolescente e che mi affascinò profondamente, sebbene poi non sia riuscita a proseguire nella lettura di quest'autore, che a mio avviso diede il meglio di sé come narratore proprio in questo volume, IL PIACERE di D'Annunzio.
Il libro mi affascinò per le sue atmosfere decadenti e raffinate, per la sua prosa colta ed elegante, per il modo suggestivo e interiore con cui D'Annunzio raccontò la storia di Andrea Sperelli, un dandy che concepiva la sua vita come un'opera d'arte e che introduceva anche nella letteratura italiana la figura dell'artista decadente e dedito ai piaceri.
La storia racconta di come Andrea, aristocratico appassionato d'arte, arrivato a Roma comincia a frequentare feste e circoli elitari dove conosce la bellissima Elena Muti, una giovane contessa rimasta vedova, che rappresenta la donna fatale, dall'indole appassionata e dirompente. Con lei intreccia una focosa relazione che termina quando la donna gli comunica di aver deciso di lasciare la capitale.
Andrea entra in un vortice di perdizione e piacere, fino a quando un giorno non conosce Maria Ferres, donna casta e religiosa di cui si invaghisce e che intende a ogni costo conquistare. Lei rappresenta una femminilità opposta a quella di Elena e una sorta di salvezza per Andrea. I due s'innamorano, ma quando Elena torna a Roma i sentimenti di lui si confondono e rischierà di perdere tutto.
Romanzo che possiede una forza narrativa notevole, una prosa elegante e un'introspezione degna di nota, oltre che affronta temi importanti come l'amore finalizzato al puro piacere e quello inteso invece come spirituale e puro.
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