lunedì 12 ottobre 2020

FRANKENSTEIN di Mary Shelley


 Oggi la mia mente mi ha riportato il ricordo di un classico della letteratura nera, nato quasi per caso. Durante una piovosa primavera del 1816, un gruppo di artisti che soggiornavano presso il Lago di Ginevra, tra cui due coppie scandalose per l'epoca, ovvero Byron con Claire e Percy Shelley con la sua amante Mary. 



Bloccati dal maltempo, si sfidano a scrivere racconti dell'orrore, coinvolgendo anche il medico di Byron, Polidori (a cui si deve il celebre racconto Il Vampiro). Ma la storia più terribile e immortale sarà quella partorita dalla mente di Mary, che dirà di averla in qualche modo sognato, FRANKENSTEIN.




 

Raccontato in forma epistolare da parte del Capitano Robert Walton, che si trova al Polo per una missione, e si è imbattuto in Victor Frankenstein, uno scienziato alla ricerca di una misteriosa creatura da lui messa al mondo, che ha distrutto la sua vita. Victor, uno studente promettente, innamorato di Elizabeth, una giovane orfana cresciuta nella sua casa, si ossessione con la morte e il tentativo di vincerla, animando la materia inanimata, subito dopo la morte traumatica di sua madre. 




 

Quando riuscirà nell'intento dei suoi studi, dando vita a una creatura, inorridito dai risultati incontrollabili, cercherà di dimenticare il peccato commesso, lasciando gli studi e tornando a casa, dove spera di poter sposare Elizabeth. Ma nel frattempo la creatura da lui realizzata, senza morale e senza limiti, finirà per essere ossessionato dal suo creatore e cercarlo per poter dare un senso alla sua esistenza.


 

Romanzo possente, pieno non solo di brividi (tanto da essere divento un'icona della letteratura e del cinema), ma è anche un racconto che si interroga sulla fede, sui limiti della scienza e sulla morale. Tra le pellicole infinite tratte da questo classico, ricordo con piacere quella di Kenneth Branagh del 1994! Un classico da recuperare!

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