Oggi vi voglio segnalare un libro a cui sono arrivata non tramite la scuola, ma grazie a un film, quello di Zeffirelli del 1994, STORIA DI UNA CAPINERA, tratto da un romanzo di Giovanni Verga.
A volte il potere del cinema è davvero più convincente anche degli insegnamenti scolastici. Incuriosita dalla pellicola, sono arrivata al libro scoprendo un testo profondo e sofferente in cui si analizza le vicende di una giovane novizia, Maria, rinchiusa in convento da bambina, che in occasione del colera, viene mandata per un periodo a stare con la famiglia.
Qui, a contatto con la vita libera e felice, Maria sperimenta la vita e la libertà per la prima volta, conoscendo e innamorandosi di Nino, il figlio dei Valentini, i loro vicini d casa. Il suo sentimento d'amore si colloca in una scoperta di libertà e di sentimenti che sono stati vietati alla giovane, che racconta i suoi palpiti attraverso delle lettere inviate alla sua amica Marianna, rimasta in convento.
Nino ricambia le sue simpatie, ma il destino della giovane è segnato e, alla fine dell'epidemia, ritorna in convento, senza però riuscire a dimenticare Nino. Poco dopo arriverà la notizia del suo fidanzamento con Giuditta, la sorellastra di Maria e il fragile equilibrio della giovane viene travolto dal dolore, che la trascinerà verso l'autodistruzione, perché senza amore e senza libertà, sembra quasi volerci dire Verga, il destino di un essere umano è segnato per sempre.
Romanzo duro, ma sincero, di quella forza espressiva che Verga utilizza anche in altri volumi come I MALAVOGLIA e MASTRO DON GESUALDO, facendone un tratto distintivo della sua scrittura. Libro appassionante, anche se doloroso, da cui Zeffirelli seppe trarre un film potente e visivamente prezioso. Da recuperare!
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