Ed eccomi arrivata a commentare l'ultimo episodio di questa serie molto particolare dove si ricorda soprattutto il famoso cambio del personaggio femminile, ma dove predomina, senza ombra di dubbio, il personaggio di Sancar Efeoglu, magistralmente interpretato da Engin Akyurek.
Anche se rispetto al ritmo tumultuoso degli altri episodi, qui finalmente si prendono tutto il tempo per far evolvere le varie storie, l'inizio è tempestoso, come sempre, anche perché eravamo rimasti in sospeso con Mavi pronta per partorire e il pazzo di Sedat che la inseguiva nel bosco.
Tutto precipita con il rapimento di Melek e l'arrivo di Sancar, ma a salvare la piccola dalle grinfie dell'uomo sarà, inaspettatamente, il vecchio ambasciatore, ormai malato e in fase di pentimento, per gli errori del passato. Sancar e Melek si salvano e Sedat muore, sparato dall'uomo. Mavi, riportata a casa, partorisce grazie a Halise, un bambino maschio, chiamato Mehmet.
Il tempo passa e sana tutte le ferite e quello che ci decanta in modo evidente quest'ultimo episodio, anche se alcune coppie vengono invece travolte dal destino e dall'incomprensione, come Zehra e Kavruk che, nella gioia generale delle altre coppie, rivelano alla famiglia di aver divorziato e che le loro strade si separeranno definitivamente.
È un addio doloroso, anche se Zehra ha deciso di trovare se stessa e la propria identità oltre il concetto di amore e matrimonio. Elvan e Yahya, invece, si sono risposati e hanno deciso di provare ad avere anche un figlio loro, seguendo le indicazione del medico che Yahya ha consultato. Il loro è un amore e una felicità conquistata con determinazione, perché nulla sembra essere scontato e chi vuole essere felice deve solo lottare.
E intanto l'ambasciatore, che frequenta ormai la casa di Sancar per vedere Melek, rivela a Sancar di aver contattato Nare, informata della sua malattia. E finalmente, dopo molto tempo, scopriamo il destino di questo personaggio fondamentale, che era rimasto come sospeso. Scopriamo che è andata in America, come aveva ipotizzato diverse volte, e qui è stata ricoverata in una clinica ad Orlando per sindrome da stress post traumatico.
La donna si è curata, o è ancora in trattamento, ma si è pentita fortemente di aver abbandonato Melek. Ha saputo che Sancar è diventato padre e ne è felice. Vuole sole poter rivedere la figlia. In un primo momento Sancar rifiuta questa possibilità, ancora addolorato e spaventato che lei possa portargli via la bambina. Sarà Mavi, ancora una volta, a farlo ragionare sull'importanza per Melek di riallacciare i rapporti con la madre.
Come un vento benevolo, la presenza di Mavi ha tranquillizzato un uomo come Sancar, sempre pronto ad esplodere e a trascinare tutti verso la tempesta. Mavi lo convincerà a partire per un viaggio, che li condurrà tutti in America, permettendo alla piccola Melek di rivedere la madre, pur rimanendo ancora nella loro famiglia, ormai solida e sicura.
Vedere Sancar affermare con consapevolezza l'importanza della presenza di Mavi nella sua vita, tranquillizza il telespettatore che le tempeste sono davvero finite. E mentre il tempo passa, ammorbidendo le ferite più profonde, ci viene concessa la possibilità di rivederli dopo un anno, ritornare in Turchia, ancora come quella famiglia che si è costruita con fatica, con determinazione e la voce di Kavruk, che chiude il cerchio, narrando di un amore reale che si è contrapposto alla legenda, ci spiega come la felicità non è un bene che scende dall'alto, ma qualcosa che devi costruire con impegno e fatica.
Nel complesso la storia mi ha preso, anche se decisamente la seconda parte molto più della prima. Il personaggio di Nare, pur centrale, presentava troppe problematiche che spesso trascinavano le vicende in una sorta di limbo dove tutto si ripeteva senza via d'uscita. L'arrivo di Mavi è servito a rinvigorire la trama, a smorzare i toni più cupi e a portare speranza. Gli attori sono stati bravi, le location curate, ma è innegabile che ci sono delle forzature, come il personaggio di Gediz, incapricciatosi per una storia che viveva solo nella sua testa, e che ha portato a distruggere un rapporto che aveva invece molto da dare.
Interessanti alcune storie parallele, come quella di Elvan e di Yahya, meno quella di Kavruk e di Zehra. Su tutti domina, innegabilmente, il personaggio di Sancar, il modo in cui cresce, si trasforma, impara dai suoi errori, il modo in cui scopre e impara ad essere un padre e poi un uomo migliore. È lui che merita e che riscatta buona parte della storia che, pur avendo delle buone premesse, ha più di qualche momento di calo. Di tutto il racconto, come ho detto, la parte finale è la migliore e in qualche modo riscatta il resto, riuscendo anche ad affrontare una problematica di peso come l'uscita di scena di un personaggio cardine.










