Eccomi a commentare, basita, altri due episodi di questa serie che, con un colpo di scena, ci congeda da un personaggio chiave, dolce, romantico ed estremamente innamorato: quello di Fugen, la madre di Cesur, rivelandoci anche il vero malvagio che spicca su tutti, guidato soprattutto da un desiderio fermo e possente: quello della vendetta!
Sì, perché alla fine Cesur, a ben vedere, è solo un uomo interessato alla giustizia, sfortunato perché, mentre cerca di ottenerla, si innamora anche della figlia dell'uomo che ha rovinato la sua vita. Mentre cerca di separare i due sentimenti, un po' si perde, pur non volendo mai rinunciare al suo scopo supremo, che è quello di portare giustizia a un padre morto.
Ma per poterlo fare bisogna essere capaci di essere determinati, freddi, cosa che lui non riesce a fare. Chi davvero è mosso da un sentimento possente, oscuro, e senza scrupoli è Riza, che è rimasto in prigione quasi trent'anni per un omicidio non commesso e che, adesso, una volta fuori, è pronto a tutto pur di colpire il suo nemico.
Nel frattempo Cesur e Suhan si sono riavvicinati, quando lui l'ha raggiunta a Instanbul. Quando infatti i due sono lontani da casa, sembra quasi che possano avere una possibilità di felicità, ma è una sensazione che dura il breve spazio di una notte che già la mattina tutto precipita e anche in modo drammatico.
Il procuratore Sehrat si rende conto che qualcuno ha hackerato il suo pc e decide di tendere una trappola per farli cadere. Cesur è a sua disposizione e ordiscono un piano per attirare nella loro rete i complici di Tahsin, ma nel frattempo la vendetta di Riza, che avevamo visto alle prese con una gabbia nella vecchia fabbrica si compie.
Eravamo sicuri che colpisse anche la povera Fugen, che nel frattempo stava peggiorando con la sua malattia, tanto da non riconoscere Cesur. La donna, uscita insieme a Sirin e la sua infermiera, viene rapida con un espediente, dei tronchi lasciati in strada, che costringono le due donne a scendere per toglierli. Il tempo di distrarsi che qualcuno la porta via dall'auto.
Nel frattempo però Tahsin viene fermato da un mendicante, mentre stava cercando di correre sul luogo dove sarebbe scattata la trappola di Cesur, e questi gli consegna un messaggio di Riza: Adalet è in pericolo nella vecchia fabbrica.
È un gioco di specchi che per un attimo lascia lo spettatore senza fiato. Sarà davvero Adalet? Ma Fugen? E Sirin vede la macchina di Tahsin correre via dal luogo del rapimento, avvisando così Suhan. La notizia arriva anche a Cesur e al procuratore, che correndo allarmati, ma intanto rivediamo Adalet, che si è presentata in farmacia felice, con la notizia che Riza si è riconsegnato alla polizia.
Ormai tutto è compiuto. Nella fabbrica, Tahsin arriva trovando una donna, che crede Adalet, rinchiusa in una gabbia che penzola nel vuoto. Convinto che si tratti della moglie, cerca di liberarla, proprio quando arrivano Cesur e il procuratore. Una mano nel buio, che ancora non sappiamo a chi appartiene, ma che non dubitiamo sia di un complice di Riza, preme un bottone per far aprire la gabbia e il corpo di Fugen cade a terra davanti agli occhi sconvolti di Cesur. L'ultima parola, che mormora davanti al figlio stravolto, è il nome del suo grande amore.
E adesso? Con un tale colpo di scena che ne sarà dell'amore di Cesur e Suhan? E di Tahsin, finito in prigione senza motivo? Davvero siamo a una svolta.
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