lunedì 2 gennaio 2017

AZUCAR - LA MALEDIZIONE (cap 4-5)


Alla fine il gusto estetico mi sta portando avanti nella visione perché onestamente la bellezza della fotografia, delle luci, dei posti in cui hanno girato mi hanno decisamente conquistato, anche se questa storia tutta di malvagità, di punizione e di maledizioni poco si adatta al mio animo in cerca di romanticheria.

La maledizione di Sixta si compie e su questo non avevamo dubbi. Nel momento in cui nasce Santiago, il figlio maschio tanto desiderato da Manuel Maria, Matilde smette di vivere, facendo promettere alla piccola Caridad di prendersi cura del fratellino. Il marito della donna viene allontanato anche all'ultimo minuto ed onestamente faccio fatica a commuovermi per la morte di una donna che ha disprezzato il marito fino all'eccesso e poi lo ha accusato per aver trovato consolazione e calore nelle braccia di un'altra. Unica pecca di Manuel Maria è quello di credere che un figlio ne rimpiazzi un altro e la nascita di Santiago sembra indurlo a pensare di poter restituire Maximiliano alla madre.



Sixta è una donna volitiva e non aspetta certo i doni dei Re Magi e quindi decide di approfittare del funerale e del battesimo del nuovo nato per riprendersi il proprio bambino, mentre tutti gli altri personaggi ruotano intorno alla ricerca dei propri tornaconti: Raquel piange come una fontana, ma cerca di strumentalizzare la morte della sorella per poter trasferirsi a LA AURORA, i domestici combattono su fronti opposti tra chi vuole sostenere Maximiliano e chi lo vuole mandare via, come l'insopportabile Lola. L'unica che sembra davvero addolorata per la morte di Matilda è Alejandrina, che mi fa estremamente tenerezza, tiranneggiata dalla sorella strega, anche se sospetto che la debolezza di carattere della ragazza non ne farà una vincente nella storia.


Quasi non bastassero gli intrighi e le trame oscure dei personaggi principali, si aggiungono anche le vicissitudini del nipote scroccone del prete, che si è alleato con Raquel per derubare Manuel Maria della canna da zucchero nelle sue terre. Intanto, ossessionato da una delle raccoglitrici (la compagna di Lucio, l'uomo di fiducia di Manuel Maria), decide di aggredire la ragazza, che regala agli spettatori un angosciante corsa tra i campi alla ricerca di una via di fuga.


La storia è solo al principio, ma continuo ad essere insofferente per la mancanza di una trama d'amore. Si tratta di una telenovela, suppongo, e il mio cuore romantico nato e cresciuto alle note di CORAZON SALVAJE e tutte le sue sorelle invoca a gran voce un amore sincero, una nota positiva in tanto squallore sentimentale. Spero onestamente nel salto generazionale ed in questi neonati destinati a crescere e a raccontarci la loro storia, ma il passaggio mi sembra ancora lontano.

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