In questo nuovo episodio della serie c'è una scena chiave che a ben vedere inquadra il carattere dei nostri due protagonisti ed è quella in cui Elif si è svegliata sulla panchina del patio del commissariato, nel pieno della notte, con addosso la giacca di Omer, che l'aveva sorpresa addormentate e infreddolita. Lei, sapendo che è di lui, lo cerca e con sollievo trova Pelin, l'amica e collega. Gliela dà chiedendole di consegnargliela evitandole di doverlo rivedere. E qui Pelin, che sembra non volersi intromettere nella dinamica del loro rapporto, ha un moto di ribellione, mentre la vede allontanarsi e decide di intervenire a gamba tesa, dicendole che lei e Omer sono praticamente uguali, irrigiditi sulle loro posizioni e incapaci di dare all'altro la possibilità di spiegare.
È quello che succede in questa puntata dove tutto ruota intorno a Asli, la sorella che fino a questo momento avevo guardato con un certo astio, dicendomi che sembrava un'esaurita che non riusciva a capire che era necessario che si curasse. Memore di diecimila telenovelas sudamericane, dove le antagoniste pazze sono un must, quando l'avevo vista nascondere le pillole, invece di ingerirle, subito ero entrata in modalità di diffidenza, ma in Kara Para Ask tutto è il contrario di quello che sembra.
Finiti tutti in commissariato, in un primo momento Omer cerca di avvicinare Elif per parlarle, per spiegarle cosa è successo, ma lei alza il solito muro e lui, resosi conto che non vuole parlargli, si ritrae quasi risentito. In questo gesto mi è parso un personaggio decisamente realistico e umano, come molte persone che mi è capitato di incontrare, che preferiscono a un certo punto sottrarsi invece di affrontare il problema.
Anche se decide di non chiarire, il suo senso del lavoro e dell'onestà intellettuale lo induce però a intervenire nelle indagini con il suo solito piglio, che gli permetterà di costruire elemento per elemento. Diffidente sulla colpevolezza di Asli, in base a quella che è stata la dinamica dell'omicidio, comincia a indagare su tutti gli indizi per capire che cosa la donna abbia fatto la sera dell'omicidio.
Intanto Elif si scontra prima con la madre, che l'accusa di aver portato Omer nella loro vita, di aver taciuto le cose che riguardavano la figlia, ma poi resta sola nel commissariato, in attesa che qualcosa si sblocchi. A ruotarle intorno arriva il fascinoso Levant, spinto dalla folle fidanzata Bahar. Non capisco questo personaggio, così sicura di se stessa e dell'amore che il giovane prova per lei. Chi le dice che Levant non possa invaghirsi veramente di Elif?
La nostra eroina è giovane, bella, buona, di sani principi e Levant sembra meno ambizioso di Bahar. Farli avvicinare sarebbe un rischio pericoloso, ma lei insiste e lo spinge a dare il suo appoggio alla donna, a procurarle un avvocato per Asli e a rimanere accanto a lei, sulla famosa panchina dove Omer aveva mandato caffè, tè e dolci per Elif, preoccupato che prendesse freddo e non mangiasse.
La scena in cui Omer sorprende Levant che chiacchiera con Elif fa emergere un altro sentimento del nostro chiuso protagonista, un pizzico di fastidio che sottolinea ancora una volta, per chi ne avesse bisogno, che quello che prova per la ragazza è molto di più dell'amicizia che lui rivendica.
E arriviamo alla scena della panchina. Lei si addormenta al freddo e quando si risveglia la giacca di Omer la copre. Pelin a questo punto sblocca la situazione rivelando a Elif che Omer non sapeva nulla dell'arresto della sorella e che è stato un caso che il loro capo avesse ascoltato la chiamata telefonica di Asli al padre e ne avesse ordinato l'arresto.
Resasi conto di essere stata troppo dura con lui, Elif va da Omer e in qualche modo cerca di fargli capire che è dispiaciuta per il modo in cui lo ha trattato, ma ancora una volta c'è il solito muro, anche se lo vediamo lentamente scricchiolare. Poco dopo Omer decide di andare a fare delle indagini nell'azienda ed Elif, contro il suo parere, lo segue. A questo punto i due decidono di indagare insieme, senza nascondersi niente, e così scoprono che la sorella Asli era andata in azienda dove aveva visto il padre e poi aveva preso un taxi. Seguendo altre piste, scoprono che la donna era andata in ospedale e a quel punto Omer, decidendo di giocare le sue carte, si reca da Asli e con fare persuasivo la induce a confessargli il segreto che nasconde.
Così scopriamo che la donna è incinta, che ha smesso di curarsi perché le medicine che prende per i suoi disturbi psichici, avevano provocato una minaccia d'aborto e che non vuole che il bambino possa nascere malato. Il litigio con il padre era legato a questo e quella che era sembrata un'aggressione nei suoi confronti era tutta un'altra cosa. Omer le promette di non svelare la gravidanza, ma gli indizi raccolti gli permettono di liberare la donna, conquistando nuovamente il cuore di Elif che nell'abbraccio che gli offre e nel suo chiedergli continuamente scusa, svela come i suoi sentimenti vadano ben oltre l'amicizia. Ma questo è un muro che dobbiamo ancora capire come abbattere.
Ma la rivelazione finale fatta da Pelin, che ha rintracciato un video che mostra Sibel e Ahmet insieme con i famosi diamanti, è un altro dei terribili segreti che nascondevano le persone intorno ai nostri protagonisti e che porta a una riscrittura completa del loro passato.
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