Eccomi qui tornata alle vicende della turbolenta famiglia Rohan.
Se
in altri romanzi il salto temporale ci permetteva di andare avanti con
la storia di qualche generazione, qui invece penso che l'autrice non ci
abbia fatto far eun balzo in avanti eccessivo.
Il protagonista delle
vicende è il turbolento Benedick Rohan, il primogenito del Visconte che
già avevamo avuto il piacere di incontrare nel romanzo precedente.
Li
era stato la causa involontaria del dolore di Miranda, in quanto la
sorella di Lucien che si uccedi accecata d'amore era stata una delle sue
conquiste.
Del turbolento cognato ancora non ci sono tracce, tranne
il fastidio di Ben che quando pensa alla sorella si irrigidisce sempre
in quanto non sopporta proprio il pensiero dello Scorpione.
Mi ha
fatto sorridere il modo in cui liquida l'ipotesi di poter trascorrere un
periodo nel Distretto Dei Laghi, dicendo che la sorella si è sposato
con un mostro e che lui ha la carrozza sempre pronta per poter correre
da lei e salvarla, anche se lei invece è fastidiosamente felice con quel
diavolo che ha sposato! Certi asti non si risolvono neanche nel giro di un romanzo.
Se
Benedick è un libertino incallito con la tragica circostanza di donne
che sposa e che muoiono senza riuscire a dargli un erede, la
protagonista è un modello di virtù, addirittura una vedova che,
disprezzando gli uomini ed i piaceri che proprio non capisce - lei è una
ricca vedova infelice e ha avuto solo un'altra deludente avventura -,
ha aperto una sorta di casa dove recuperare le donne perdute.
I due
si scontrano/incontrano proprio perchè Charity (come la chiamano) cerca
di ri riscattare Violet, una delle sue ragazze, che ha ceduto al
richiamo del Visconte tornato in città.
Lui la chiama "la virago", ma piano piano che i loro incontri si moltiplicano, lui si sente sempre più attratto da lei.
Intano
si snodano le vicende del tormentato Brendon, il fratellino dei Rohan,
che si è trasformato in un uomo cinico e duro dopo la guerra in
Afghanistan e sembra che sia caduto nella rete degli incontri di
Heavenly Host che si sono trasformati in una sorta di setta che commette
sacrifici umani.
Benedick non ci crede e pensa che siano sempre le
solite voci e che Charity, la virago, sia solo vittima dei pettegolezzi,
ma alla fine accetta di collaborare con lei per scoprire la verità...
E questo gli darà la possibilità di frequentarla più assiduamente!!
Avevo iniziato un po' scettica questo quarto volume della saga dei Rohan
perchè pensabo che il turbolento Benedick non potesse regalarmi le
emozioni dei suoi predecessori, primo fra tutti quel Francis Rohan,
capostipite, che resta a mio avviso uno dei migliori! Ero convinta di ciò soprattutto per via della protagonista, Melisandre ("il cui nome sembra quello di una martire medievale " a detta del protagonista infastidito
), che è stata soprannominata la Santa di King Street per la sua
dedizione alla causa di riscatto delle "soiled Doves", ovvero delle
colombe macchiate che sono poi tutte le donnine allegre che hanno
"conosciuto" biblicamente il protagonista. Inoltre era vedova ed
aveva avuto una storia, molto deludente, con un giovane pretendente. Non
mi sembrava che ci fossero le premesse...
Invece come al solito Anne
Stuart è riuscita a regalarmi tutte le emozioni solite che i suoi romanzi offrono, molto più di quei libri infarciti solo di una cosa dove
si perde l'analisi dei personaggi, l'avventura e le emozioni.
Charity e Benedick si detestano e sono sempre alle prese con scontri verbali in cui nessuno è
disposto a fare un passo indietro, ma i loro attacchi nascondono
un'attrazione sempre più forte che infastidisce entrambi, non
intenzionati a cedere a nessun costo.
Ho adorato il modo in cui, dopo
il ballo, decisono di andare ad indagare tra le rovine dove si suppone
che debbano tenersi gli incontri degli HEAVENLY HOST. Partono con un
umore nero entrambi, decisi a scoraggiare l'evidente interesse che sta
emergendo. Sono convinti che, comportandosi in maniera odiosa l'uno
verso l'altra l'attrazione possa sparire, ed invece ci imbattiamo in
avventure emozionanti ed in una tenerezza infinita, come quando lui la
consola per il pianto improvviso nato dalla mancanza del marito, o
quando lui la salva nel tunnel dove precipitano durante le loro
indagini.
Adoro Benedick ed il modo in cui si dice, pieno d'orrore,
che Melisandre Carstairse non è per niente la donna adatta a lui, che
cerca una moglie docile da una parte e allo stesso tempo un' amante
disponibile.
Meravigliosa Charity quando gli dice che per il secondo
ruolo lei sta facendo piazza pulita delle concorrenti, ovvero tutte le
donne prese sotto la sua ala.
Adoro anche loro, simpatiche, gioiose, piene di iniziativa!
Intanto
si infittisce il mistero di Heavenly Host in quanto sembra che sia
coinvolto anche il fratello della signorina Pennington, aspirante moglie
del nostro bel Visconte.
Mi piace il modo in cui la psicologia complessa di questi personaggi si
sviluppa. Melisandre pensa che vuole vivere una storia con Benedick che
le ha mostrato un mondo nuovo e la possibilità di avere emozioni diverse
da quelle a cui era abituata e così, con il supporto di tutte le sue
protette, decide di sedurlo ed il suo è un tentativo talmente tenero e
goffo che non si può che simpatizzare con lei per il coraggio e per
l'ingenuità.
Le parole durissime di Benedick quando, lui che tenta di evitarla in
tutti i modi, se la ritrova nella camera da letto sono davvero cattive e
hanno lo scopo di farla uscire dalla sua stanza fuggendo.
Molto
credibile la reazione di lei e tenero il senso di colpa di lui che,
stufo di lottare, cede al fascino della donna che gli sembra quella più
lontana dai suoi criteri, dai suoi progetti. Lui sa che non è la persona
adatta per diventare la Viscontessa di Rohan, perchè dopo un matrimonio
di 10 anni non ha avuto figli ed è probabile che sia sterile, ma allo
stesso tempo non è assolutamente una donna con cui avere solo
un'avventura... Così la caccia con parole che devono troncare ogni sua speranza e così è!! Peccato che anche Benedick ne sia talmente sconvolto da buttarsi
nell'alcol e far si che al suo arrivo, Miranda, la sorella
vergognosamente felice, lo trova.
E con lei torna il nostro indimenticabile ed indimenticato Lucien De Malheur!!!
Nel complesso i Rohan non deludono mai. E' una famiglia strana che in
qualche modo con i suoi eccessi mi affascina, ma penso anche che ci sono
dei piccoli nei soprattutto nel finale.
Non si capisce bene che cosa
sia successa tra Emma e Brandon, perchè quando l'allegra comitiva
ritorna dalla scena del disastro, ovvero la sede degli Heavenly Host,
lei è sparita e si sa solo che Brandon è caduto e si è fatto
male....Molto lontano dalla verità.
Inoltre anche l'epilogo mi ha
lasciato perplessa. Certo il salto serve a farci sapere che Melisande
non è per niente sterile e che questa volta Benedick è riuscito a
diventare padre e marito in quanto non ha perso nessuno dei due.
Ma la scena ci viene presentata dalla sala d'attesa, con tutti i vari Rohan e non (Lucien spicca come sempre ) che attendono la lieta notizia, che arriva, senza però permettere al lettore di vedere il nuovo nato o la stanca madre.
A
parte questa piccola pecca, credo che il romanzo sia assolutamente
interessante, pieno di avventura e di passione! Un'altra buona prova di
Anne Stuart!
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