Non ero molto
incentivata a leggere questa storia, nel senso che non pensavo che le
vicende di un personaggio così insignificante (come mi era apparso nella
scena della radura in ECLIPSE) avesse qualcosa da dirmi su una storia
che ormai adoro, ma mi emozionava l'idea della parte finale del
racconto, l'incontro e scontro con i Cullen....E poi adoro lo stile dell
Meyer capace di rendere prezioso anche il racconto più banale.
Così
ho comprato il libro sabato e praticamente l'ho letto in un giorno.
Certo si tratta di "Un racconto breve", poco più di un centinaio di
pagine scritte larghe, ma il ritmo è quello solito, a cui ci ha
abituato.
Bree compare già come vampiro, imprigionata nello scantinato insieme agli altri neonati affamati e fuori controllo.
Lei
è un'invisibile ed in questo ho trovato delle similitudini con la
nostra Bella, anche se quest'ultima non riusciva a passare inosservata
nella piccola comuinità di Forks, ne tra i vivi, ne tra i "freddi".
Bree, invece, ci riesce grazie ad una presenza di un personaggio
particolare, quel Freaky Fred che possiede "un talento" e che
sicuramente lo avrebbe salvato nello scontro finale con i Cullen. Il suo
potere è quello di respingere gli altri quando desidera, confondendoli
con un senso di repulsione.
Lui alla fine, non fidandosi di Riley e
per niente interessato allo scontro, se la svigna e fugge in Canada,
lasciando questa nuova porticina aperta per la storia.
Infatti
l'ultimo pensiero di Bree, prima di morire, è trasmesso ad Edward
proprio su Fred. SIATE GENTILI CON LUI, come se ci dicessero che ci sono
possibilità di un incontro in questo mondo ormai quasi reale e
familiare a tutti noi fans della Meyer: ovvero quello dell'universo di
TWILIGHT.
Ci sono momenti carino nella breve storia di Bree, come la
scoperta insieme a Diego del vero effetto della luce del sole su di
loro, nella scena della grotta sottomarina. Poetico, sicuramente...Bella
anche la confusione e lo smarrimento di queste creature che non sanno
nulla di loro stessi e non possono contare sulla guida sicura di un
padre come Carlisle.
Certo non ci troviamo difronte al "grande
Amore", con la A maiuscola che è quel sentimento che lega Bella Swan ed
Edward Cullen, ma l'incontro finale ha il fascino che mi aspettavo.
Quando
pian piano compaiono tutte le figure che conosciamo così bene
(Carlisle, Esme, Jasper, Alice...l'unica che solo si intravede è
Rosalie) l'emozione torna.
E ritroviamo la pietà di Carlisle che
vorrebbe risparmiare la vita a Bree, che si è arresa, la compassione di
Esme che la difende da Jasper, pronto ad eliminare quella che considera
un nemico, la forza di Emmett, la rapidità di Alice...ma anche Bella,
l'umana che contro ogni regola umana e demoniaca è strettamente legata
agli Occhi-gialli, come li chiama Bree, ovvero i Cullen.
Interessante
anche la comparsa di Edward, che non viene mai chiamato per nome. Bree
lo indica come "il rosso" per via dei suoi capelli color del bronzo, o
"quello che legge nel pensiero", eppure si instaura in una scena rapida
un dialogo silenzioso tra i due in cui Bree svela ad Edward il
coinvolgimento dei Volturni.
Ma la seconda vita di Bree è breve, come dice il titolo, e Jane è annoiata e vuole andare a casa.
Così il rosso la guarda con dolore e stringe a sè l'amata umana, mormorando:
- Non guardare!
E Bree, quasi parlasse con lei, chiude gli occhi...
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