Telenovela messicana del 2005 basata su un racconto di Caridad Bravo
Adams. La storia ci viene narrata da una voce maschile come il più
classico dei racconti popolari. L'arrivo di un treno che trasporta il
corpo del generale Francisco Ortiz segna l'inizio delle vicende. La bara
fa ritorno a un lontano pueblo, San Francisco de los Arenales,
collocato in un indefinito altrove messicano, da dove l'uomo proveniva.
Ad accompagnare il corpo, c'è la giovanissima vedova, una ragazzina che
l'uomo ha sposato in punto di morte. Con lei si trova anche il
fratellino, che molti sospettano possa essere il figlio del Generale.
Con Virginia si trova anche il Capitano Ortiz, il nipote dell'uomo, che
in un primo momento disprezza la giovane vedova credendola
un'avventuriera che si è sposata per denaro. Ad accoglierla con affetto è
invece la famiglia Cruz: non solo Blanca, una donna malata e fragile,
la figlia di lei, ma soprattutto Jose Guadalupe, il sindaco e medico del
paese. Tra Virginia e Guadalupe nasce la passione, ostacolata da
principi e reticenze, ma al suo fianco c'è sempre il capitano Ortiz che
comincia ad innamorarsi di lei.
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| VIRGINIA E BLANCA |
Ho seguito questa storia tutta d'un fiato alcuni anni fa. Non appartengo alla categoria dei puristi che ritengono di dover vedere ogni frammento. Sono
una sostenitrice del salto in alto e penso che la costruzione stessa
della storia (piena di riempitivi per arrivare ai 40 minuti di puntata)
giustifichi i miei salti. E questa storia devo varla vista in poco più
di un mese.
Si avverte la presenza della magica penna di Caridad
Bravo Adams e allo stesso tempo l'assenza della sua reincarnazione, Maria
Zarattini, tornata per adattare le sue storie ai nostri tempi, ma
sicuramente conserva un fascino tutto suo che a mio parere è innegabile.
Quando
l'ho vista il mio giudizio era entusiasta e se avessi dovuto dare una votazione, le avrei dato, sull'onda
dell'emozione ( e anche del piacere per via della scelta finale) un bel
otto pieno, perché quella voce magica ( del bravissimo Evora) che ci accompagna per
tutto il tempo davvero era seducente e perfetta.
Restano i limiti,
oggi li vedo con maggiore chiarezza, di un prodotto targato TELEVISA
vecchio stampo che ha reso un po' frustrante il tutto, ma sicuramente è
valsa la pena vederla.
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| VIRGINIA ALFANO |
La consiglierei a chi adora le storie
sorprendenti, a chi va al cinema con il fazzoletto pronto per lasciarsi
travolgere dalle emozioni, a chi non ha paura di non sorridere, a qui
romantici eccessivi e tragici che rimpiangono di non essere nati in
un'altra epoca (io sono la prima della lista), perché in fondo questa
storia conserva un fascino antico, quasi da radio-novela.
Tutto
inizia con una voce cupa, un treno che arriva o che parte, non è dato di
sapere, un menestrello che racconta una storia, ma non sappiamo con
precisione date o posti. È una di quelle storie che "el pueblo" racconta e
si tramanda di generazione in generazione. L'elemento drammatico
impregna ogni fotogramma e non c'è un momento di ironia che possa
smorzarlo, ma d'altronde tutto inizia con una bara e si conclude
(disegnando un arco perfetto tipico del romanzo circolare) con un altro
funerale.
Elementi simbolici ritornano con cadenza regolare segnando il ritmo del racconto:
-
il treno, che rappresenta l'unico elemento che collega alla civiltà, ma
che viene in qualche modo percepito come una minaccia. Il male viene da
fuori nell'immaginario popolare, come l'epidemia che tante vite
spezzerà, o la stessa vedova Ortiz, accusata ripetutamente di aver
portato la tragedia a San Francisco de los Arenales. Ma il treno è
paragonato anche ad un "largo gusano" che striscia e che contamina
dall'interno e significativo è anche quel ruomore di sonagli che si
sente ogni volta che Olga o Aurelia compaiono sulla scena.
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| FERNANDO, VIRGINIA E JOSE GUADALUPE |
Al centro
delle vicende sentimentali si colloca il triangolo formato da Virginia,
il dottor Cruz e il capitano Ortiz, riproponendo quell'intreccio tanto
caro a tutti i fan di Caridad Bravo Adams, solo che qui la storia è
presentata con maggiore ambiguità ed i sentimenti di Virginia sono molto
più confusi di quelli di Matilde in Amor Real. Lei si sente attratta fortemente da
José Guadalupe, ma la sua anima gemella è sicuramente Fernando, a cui
assomiglia. Hanno lo stesso modo di vedere le cose e
la realtà. Quello che li separa è la reticenza di Televisa a mostrarci
la protagonista apertamente confusa tra amore e desiderio.
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| VIRGINIA ALFANO |
A un
certo punto comunque José Guadalupe verrà travolto dalla vita e si
perderà completamente nel dolore per la perdita. A lui sono legate le
scene più toccanti della storia. Terribile e atroce quella del padre
con in braccio il corpo senza vita della figlia, una pietà al maschile, o
quando piange disperato, sotto al diluvio, sulla tomba della ragazza
ricoperta dalle rose bianche della madre, andata via poco prima di lei.
Storia d'altri tempi, o senza tempo. Non
sappiamo con precisione quanto tutto questo sia successo, perché la
voce narrante ci propone un tuffo nel passato sollevando quesiti.
Quando
arrivò il treno con il corpo del Generale Francisco Ortiz? Quando la
bella Virginia decise di partire per dimenticare? Quando la piccola
Marisol interruppe la gioia del suo quindicesimo compleanno per correre
al capezzale della madre morente? Ma in fondo poco importa il tempo.
Ieri
e oggi si confondono permettendo di concludere la storia nello stesso
modo in cui era iniziata, con le immagini di quel treno che arrivava e
la voce che ritorna a raccontare questa storia.
FRASI TRATTE DALLA TELENOVELA
Questa storia nessuno me l'ha raccontata. L' ho vissuta. Tutto ebbe inizio quel pomeriggio con un treno che avanzava tra le montagne come un enorme serpente... E dentro al treno, nel primo vagone, c'era una bara e dentro le spoglie mortali del mio generale, Francisco Ortiz, che aveva intrapreso il suo ultimo viaggio per tornare alla terra che lo aveva visto nascere. Così comincia questa storia...
(...)
San Francisco de los Arenales è un paese quasi dimenticato dove succedono davvero poche cose e quelle che capitano vengono commentate per anni interi. Qui si analizza l'intenzione di ogni parola, di ogni azione, di ogni sentimento e le cose che non si possono scoprire si inventano secondo il criterio di ciascuno.
(...)
San Francisco de los Arenales è un paese lontano dalla vita e dalla civiltà. A volte inutilmente cerco di ricordare i volti della gente che frequentavo molti anni fa, ma molti se ne sono andati e quelli che sono rimasti sono creature senz'anima che si muovono con la stessa calma con la quale si muove la polvere. I giorni e le ore trascorrono lentamente e a volte si distinguono solo per l'intensità delle passioni.
(...)
A volte ci pentiamo di quello che dobbiamo fare e cambiano di parere così come ci conviene o come conviene al destino. Per qualche ragione Virginia Alfano non partì con quel treno che l'avrebbe allontanata da quel paese. Per qualche motivo che solo il destino conosce..
(...)
JOSE GUADALUPE: Perdi i tuoi genitori, e ti chiamano orfano. Quando se ne va tua moglie, ti chiamano vedono. Però come ti chiamano quando perdi un figlio? Come ti chiamano? Non trovo le parole...Non trovo le parole per dire quello che ho dentro.
(...)
Le strade, le case, il paese intero sembra essersi svuotato dei suoi abitanti. La vita ha fatto una pausa.
(...)
Le luci della chiesa si sono spente. I fiori che adornavano la navata centrale fino all'altare si sono intristiti pian piano senza veder passare la bella sposa.
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