venerdì 10 gennaio 2014

LA ESPOSA VIRGEN (Messico 2005)

Telenovela messicana del 2005 basata su di una storia di Caridad Bravo Adams. La storia ci viene raccontata da una voce maschile come il più classico dei racconti popolari. L'arrivo di un treno che trasporta il corpo del generale Francisco Ortiz segna l'inizio delle vicende. La bara fa ritorno ad un lontano pueblo, San Francisco de los Arenale, collocato in un indefinito altrove messicano, da dove l'uomo proveniva. Ad accompagnare il corpo, c'è la giovanissima vedova, una ragazzina che l'uomo ha sposato in punto di morte. Con lei si trova anche il fratellino, che molti sospettano possa essere il figlio del Generale. Con Virginia si trova anche il Capitano Ortiz, il nipote dell'uomo, che in un primo momento disprezza la giovane vedova credendola un'avventuriera che si è sposata per denaro. Ad accoglierla con affetto è invece la famiglia Cruz: non solo Blanca, una donna malata e fragile, la figlia di lei, ma soprattutto Jose Guadalupe, il sindaco e medico del paese. Tra Virginia e Guadalupe nasce la passione, ostacolata da principi e reticenze, ma al suo fianco c'è sempre il capitano Ortiz che comincia ad innamorarsi di lei.

 Ho seguito questa storia tutta d'un fiato alcuni anni fà. Non appartengo alla categoria dei puristi che ritengono di dover vedere ogni frammento. Sono una sostenitrice del salto in alto e penso che la costruzione stessa della storia (piena di riempitivi per arrivare ai 40 minuti di puntata) giustifichi i miei salti. E questa storia devo varla vista in poco più di un mese.
Si avverte la presenza della magica penna di Caridad Bravo Adams e allo stesso tempo l'assenza della sua rincarnazione, Maria Zarattini, tornata per adattare le sue storie ai nostri tempi, ma sicuramente conserva un fascino tutto suo che a mio parere è innegabile.

Quando l'ho vista il mio giudizio era entusiasta e se avessi dovuto dare una votazione, le avrei dato, sull'onda dell'emozione ( e anche del piacere per via della scelta finale) un bel otto pieno, quasi nove direi, perchè quella voce magica ( del bravissimo Evora) che ci accompagna per tutto il tempo davvero era seducente e perfetta.
Restano i limiti, oggi li vedo con maggiore chiarezza, di un prodotto targato TELEVISA vecchio stampo che ha resto un pò frustrante il tutto, ma sicuramente è valsa la pena vederla.

La consiglierei a chi adora le storie sorprendenti, a chi va al cinema con il fazzoletto pronto per lasciarsi travolgere dalle emozioni, a chi non ha paura di non sorridere, a qui romantici eccessivi e tragici che rimpiangono di non essere nati in un'altra epoca (io sono la prima della lista), perchè infondo questa storia conserva un fascino antico, quasi da radionovela.

Tutto inizia con una voce cupa, un treno che arriva o che parte, non è dato di sapere, un menestrello che racconta una storia, ma non sappiamo con precisione date o posti. E' una di quelle storie che "el pueblo" racconta e si tramanda di generazione in generazione. L'elemento drammatico impregna ogni fotogramma e non c'è un momento di ironia che possa smorzarlo, ma d'altronde tutto inizia con una bara e si conclude (disegnando un arco perfetto tipico del romanzo circolare) con un altro funerale.
Elementi simbolici ritornano con cadenza regolare segnando il ritmo del racconto:
- il treno, che rappresenta l'unico elemento che collega alla civiltà, ma che viene in qualche modo percepito come una minaccia. Il male viene da fuori nell'immaginario popolare, come l'epidemia che tante vite spezzerà, o la stessa vedova Ortiz, accusata ripetutamente di aver portato la tragedia a San Francisco de los Arenales. Ma il treno è paragonato anche ad un "largo gusano" che striscia e che contamina dall'interno e significativo è anche quel ruomore di sonagli che si sente ogni volta che Olga o Aurelia compaiono sulla scena.
Al centro delle vicende sentimentali si colloca il triangolo formato da Virginia, il dottor Cruz e il capitano Ortiz, riproponendo quell'intreccio tanto caro a tutti i fan di Caridad Bravo Adams, solo che qui la storia è presentata con maggiore ambiguità ed i sentimenti di Virginia sono molto più confusi di quelli di Matilde. Lei si sente attratta fortemente da José Guadalupe, ma la sua anima gemella è sicuramente Fernando, a cui assomiglia in moltissime cose. Hanno lo stesso modo di vedere le cose e la realtà. Quello che li separa è la reticenza di Televisa a mostrarci la protagonista apertamente confusa tra amore e desiderio.
Ad un certo punto comunque José Guadalupe verrà travolto dalla vita e si perderà completamente nel dolore per la perdita. A lui sono legate le scene più toccanti della storia. Terribile ed atroce quella del padre con in braccio il corpo senza vita della figlia, una pietà al maschile, o quando piange disperato, sotto al diluvio, sulla tomba della ragazza ricoperta dalle rose bianche della madre, andata via poco prima di lei.
Storia d'altri tempi, o senza tempo.
Non sappiamo con precisione quanto tutto questo sia successo, perchè la voce narrante ci propone un tuffo nel passato sollevando quesiti.
Quando arrivò il treno con il corpo del Generale Francisco Ortiz? Quando la bella Virginia decise di partire per dimenticare? Quando la piccola Marisol interruppe la gioia del suo quindicesimo compleanno per correre al capezzale della madre morente?
Ma infondo poco importa il tempo.
Ieri ed oggi si confondono permettendo di concludere la storia nello stesso modo in cui era iniziata, con le immagini di quel treno che arrivava e la voce che ritorna a raccontare questa storia.


FRASI TRATTE DALLA TELENOVELA

Questa storia nessuno me l'ha raccontata. L' ho vissuta. Tutto ebbe inizio quel pomeriggio con un treno che avanzava tra le montagne come un enorme serpente..E dentro al treno, nel primo vagone, c'era una bara e dentro le spoglie mortali del mio generale, Francisco Ortiz, che aveva intrapreso il suo ultimo viaggio per tornare alla terra che lo aveva visto nascere. Così comincia questa storia...

(...)


San Francisco de los Arenales è un paese quasi dimenticato dove succedono davvero poche cose e quelle che capitano vengono  commentate per anni interi. Qui si analizza l'intenzione di ogni parola, di ogni azione, di ogni sentimento e le cose che non si possono scoprire si inventano secondo il criterio di ciascuno.  

(...) 


San Francisco de los Arenales  è un paese lontano dalla vita e dalla civiltà. A volte inutilmente  cerco di ricordare i volti della gente che frequentavo molti anni fa, ma molti se ne sono andati e quelli che sono rimasti sono creature senz'anima che si muovono con la stessa calma con la quale si muove la polvere. I giorni e le ore trascorrono lentamente e a volte si distinguono solo per l'intensità delle passioni.

(...)

A volte ci pentiamo di quello che dobbiamo fare e cambiano di parere così come ci conviene o come conviene al destino. Per qualche ragione Virginia Alfano non partì con quel treno che l'avrebbe allontanata da quel paese. Per qualche motivo che solo il destino conosce..

(...)

JOSE GUADALUPE: Perdi i tuoi genitori, e ti chiamano orfano. Quando se ne va tua moglie, ti chiamano vedono. Pero come ti chiamano quando perdi un figlio? Come ti chiamano? Non trovo le parole...Non trovo le parole per diere quello che ho dentro.

(...)

Le strade, le case, il paese intero sembra essersi svuotato dei suoi abitanti. La vita ha fatto una pausa.

(...)

Le luci della chiesa si sono spente. I fiori che adornavano la navata centrale fino all'altare si sono intristiti pian piano senza veder passare la bella sposa.

 IMMAGINI DELLA TELENOVELA

VIRGINIA E BLANCA

VIRGINIA ALFANO

VIRGINIA ALFANO

FERNANDO, VIRGINIA E JOSE GUADALUPE



 

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