Essendomi piaciuta moltissimo la storia di Francis Rohan e di Elinor Harriman era inevitabile tentare con il seguito. Sono una che si affeziona ai personaggi e alle autrici e spero di essermi imbattuta in una che possa darmi molte emozioni.
Certo anche nella storia di Adrian Rohan, ci sono elementi che mi hanno subito attirata. Non ci discostiamo molto dalla base del primo, tranne che la protagonista, Charlotte Spencer, è ormai sui trentanni, particolarmente intellettualoide, e ci sono personaggi che sembrano più complessi.
Charlotte vive come parente povera della brillante Lina, cugina che a 28 anni ha già alle spalle un matrimonio terribile che l'ha segnata. Ora è vedova e partecipa alle famose feste della HEAVENLY HOST, che tanta parte aveva avuto a Parigi nelle vicende di Francis e Elinor.
Il contesto però è diverso. Sono passati anni e ci ritroviamo in Inghilterra. Non ho capito bene come il Visconte di Rohan sia riuscito a tornare in patria. Sappiamo dal figlio, che non ha per niente un buon rapporto con il padre, che Francis ha rinnegato il passato libertino e vive con la moglie che adora.
Il giovane visconte ha incorciato più volte sul suo cammino la poco avvenente Charlotte, che custodisce la sua passione per lui in silenzio. Non le ha mai prestato molta attenzione perchè fa parte di quel gruppo di donne oltre il debutto in società destinata a rimanere zitella...Semplice tappezzeria. Ma ad un ballo, la ragazza si imbatte in lui e le sfugge un BLOODY HELL(che per una fan del Buffyverse significa William il sanguinario, il cattivo con un cuore ), ma che nella società di inizio ottocento è davvero inappropriato sulle labbra di una signora per bene.
E la scintilla scocca subito in Rohan. Questa donna quasi anonima, che lo fissa impudente durante tutte le feste dove si incrociano, è ben lungi dai tipi monotoni a cui lui è abituato e come con il padre scatta in lui subito la curiosità.
Lui la invita a ballare e lei, memore dell'esperienza umiliate vissuta anni prima proprio con lui, praticamente fugge dicendole che lei non balla.
Ma un evento particolare è alle porte.
Stanno per iniziare le feste dell'HEAVENLY HOST e lei ha pregato Lina di portarla solo per assistere.
Lina cede, convinta che l'esperienza indurrà l'amata cugina, ancora pura ed ingenua, a stare lontano dagli uomini e dal matrimonio.
Travestita da monaco, con un cappuccio in testa, ed un nastro bianco legato al braccio (come indizio per i partecipanti che lei è lì solo per guardare), Charlotte partecipa alla festa.
Ed Adrian non impiega molto a riconoscerla stupito.
Anne Stuart è un'autrice che mi convince molto. Non lo so da cosa dipende il fascino della sua scrittura, se è dovuto a questi protagonisti maschili che dopo una vita dissoluta finiscono per cadere vittima dell'innocenza. Forse è anche la sua scrittura attenta. Fatto sta che a diversa di altri romanzi riesce anche con questo secondo volume a trascinarmi nel suo mondo.
Una pecca se dobbiamo trovarla è che ritengo la storia di Charlotte ed Adrian molto più interessante che il trio Lina, Motty e il vicario che spesso irrompe sulla scena per lasciarmi in sospeso con la storia dei due protagonisti.
Lina mi ispira simpatia per il suo tragico passato, ma il desiderio di andare avanti con le vicende di Charlotte e Adrian mi induce a provare fastidio per le interruzioni narrative.
Dopo due giorni di assoluta passione, avulsi dal mondo reale, dalle follie delle baldorie delle HEAVENLY HOST, l'arrivo di Etienne, che mai ha perdonato il nostro Francis Rohan, interrompe l'idillio ed Adrian, spiazzato da queste emozioni nuove che in qualche modo lo rendono debole, fugge letteralmente via da Charlotte deciso a non cedere. La veritù è che più che un libertino, Adrian sembra un bambino che si ribella all'autorità del padre, vuole scandalizzarlo. Quello che prova per Charlotte è un sentimento nuovo che però lo spaventa.
Il biglietto che le lascia è a mio avviso crudele. Charlotte si riveste e fugge via, decisa a dimenticare tutto o a vivere di quel ricordo tutta la vita.
Adrian è molto diverso dal padre, anche se tutti ne sottolineano la somiglianza per via della giocentù dissoluta. Adrian mi sembra più giovane, confuso ed impulsivo. Fino alla fine, quando si parla di sentimenti, finisce per sbagliare le parole, rischiando di perdere per sempre Charlotte, che non vuole cedere ad un matrimonio apparentemente senza amore.
Etienne alla fine era il cattivo delle vicende ed in qualche modo arriviamo ad una conclusione di tutta la storia dell'eredità contesa tra Francia ed Inghilterra. Mi chiedo se il terzo volume ci darà qualcosa di nuovo a livello di cattivi.
Intanto anche Lina trova l'amore con Simon, anche se forse sul finale, troppo presi dalle vicende dei due protagonisti, non le danno una giusta evoluzione. Non si capisce come alla fine Simon decida di mettere da parte i suoi pregiudizi e di sposarla. Lei non gli confessa le vere ragioni del suo disprezzo per gli uomini. Ho trovato troppo affrettata la loro conclusione, potevano darci qualche particolare in più.
Nel complesso, bello, anche se non quanto il primo.
FRASI TRATTE DA
ROHAN 2
Perché ha occhi tristi, avrebbe potuto dire. Perché prova così fortemente ad essere cattivo, ad essere meschino, ad essere crudele, e tutto quello che devi fare è guardare oltre la studiata noia per vedere un ragazzino ferito che cerca di emergere.
ROHAN 2
Perché ha occhi tristi, avrebbe potuto dire. Perché prova così fortemente ad essere cattivo, ad essere meschino, ad essere crudele, e tutto quello che devi fare è guardare oltre la studiata noia per vedere un ragazzino ferito che cerca di emergere.
(...)
Stava flirtando con una sconosciuta, il suo fascino dato via a chiunque suscitasse la sua curiosità.
(...)
In realtà lei guardava all'uomo bellissimo, compiaciuto e viziato e vedeva un bambino arrabbiato e ferito. Uno che aveva bisogno di lei.
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