domenica 5 gennaio 2014

ORO SANGUE di JR Ward (Vol VI)

 Giunta al sesto volume di questa saga, ormai posso dire di conoscere i personaggi de LA CONFRATERNITA come se fossero vecchi amici. Li riconosco da un gesto, da una battuta, persino da quello che mangiano o che bevono e che caratterizza in maniera diversa ciascuno di loro. Mi sembra quasi di vedere il mastodontico Wrath nel gesto di togliersi gli occhiali da sole e di massaggiarsi gli occhi in segno di stress e di stress ce n'è sempre di più. Tra tutti i romanzi, comunque, devo dire che la coppia di Phury e Cormia è sicuramente quella che mi ha preso di meno. Ho visto i due estremamente separati l'uno dall'altro, ciascuno preso dal proprio percorso di crescita o di distruzione e devo dire che sono stata portata avanti nella lettura soprattutto da tutti gli altri personaggi a cui viene dato uno spazio da coprotagonisti effettivamente molto ampio.

Phury è tra tutti i fratelli quello sempre propenso al sacrificio e alla rinuncia, almeno all'apparenza. Si è immolato alla Vergine Scriba per diventare il suo Stallone da Monta per le 40 Elette che vivono nell'Altra Parte, in attesa di essere "usate" per il nobile scopo di incrementare la razza dei guerrieri.  Phury è tra tutti quello che ha rinunciato alla carne per immolarsi come eroe nel riscatto del fratello Zsadist. Eppure la sua dipendenza dal fumo rosso in questo romanzo lo porta verso abissi nuovi e terribili, tanto che verrà privato da Wrath del diritto di combattere con tutti gli altri. Talmente preso dal suo processo di distruzione, dal suo amore ossessivo ed irreale per Bella, dal ricordo del passato, ammetto di aver avuto delle difficoltà emotive ad entrare in sintonia con lui. Cormia mi inteneriva con il suo stupore adolescenziale per la realtà nuova in cui Il Primale l'aveva trascinata, ma il modo in cui l'aveva abbandonata a se stessa è stato davvero avvilente. Alla fine neanche Cormia è stata in grado di ribellarsi pienamente, al punto di scegliere di seguire la sua natura, di scoprire il mondo e la propria individualità, ma ha preferito ritornare nella realtà nota, segregandosi tra quattro pareti. Sarà la decisione di Phury di creare un nuovo ordine, una nuova tradizione per poter affrontare la guerra che diventa sempre più insidiosa, che le permetterà di avere la vita che voleva. Inoltre i due appaiono per tutto il romanzo troppo reticenti ed insicuri nei loro sentimenti, incapaci di lottare per l'affermazione di quelli che sono i loro veri sentimenti. La Ward si è concentrata più sulla loro dimensione interiore, sul loro percorso, senza offrirci una storia d'amore disperato alla Bella e Zsadist, alla Rhage e Mary, o Vishous e Jane. Nel caso di tutte queste altre coppie ho trovato quella ragione disperata che diventa la base della propria esistenza, che cambia il baricentro dell'universo di ciascuno di loro. Quando l'amore viene visto in maniera così viscerale, assoluta, ci appare logica persino la disperazione di Thor, scomparso dalla vita di tutti loro, persino del piccolo John, dopo la perdita straziante di Wellsie. La scomparsa della propria shellan è vista come il dolore insuperabile per un guerriero. Eppure confesso che fino alla fine del romanzo, Phury mi ha dato la sensazione di aver accolto Cormia come un ripiego, non come l'amore che purifica e riscatta. Inoltre, spesso dominato dal famoso Mago, Phury fa delle scelte quanto mai discutibili che lo isolano e allontanano dal gruppo.

Il romanzo regge sugli altri personaggi, a mio parere, ovvero non si può saltare questo volume perchè siamo portati più avanti nella storia e nelle vicende della Confraternita. John, Quinn e Blay dominano la scena con la loro amicizia, con lo scontro con Lash. Il tragico passato di John, da lui mantenuto segreto anche con Thor, viene alla luce nel peggiore dei modi e Quinn, il più focoso del gruppo, pur di difendere l'amico compirà un gesto destinato a stravolgere il loro destino. Si chiarisce anche il suo rapporto con Blay, che sembra al momento destinato a covare un amore non corrisposto per l'amico. I tre vengono accolti nella Confraternita con un ruolo diverso da quello di fratello, ma comunque attivi nella lotta. Toccante il momento in cui John ritrova Thor (recuperato da un singolare nuovo personaggio odiato da tutti, Lassiter, l'angelo caduto), ma il vampiro che è tornato non ha più nulla a che vedere con il maschio felice che lo aveva accolto nella sua casa. La gioia di John quindi è velata di tristezza e di timore per la disperazione che potrebbe travolgerlo di fronte all'ennesima perdita. Si approfondisce anche il suo rapporto con Xhex, che pur sentendosi attratta continua a mantenere la distanza da un ragazzo che trova estremamente pericoloso. Ho adorato la scena in cui lui è ubriaco  perso e lei va da lui, come il particolare di lui guardandosi allo specchio dove risconosce solo gli occhi (che sono in realtà l'unico tratto di Darius che ha conservato..."occhi da vecchio" come dicono tutti), mentre trova sconosciuti i lineamenti di John, come se in quel momento di confusione e dolore il suo spirito ricordi Darius. Adoro John, è uno dei miei personaggi preferiti, romanzo dopo romanzo, e spero davvero che non mi deluda quando giungerà al romanzo a lui dedicato.

Dicevo che questo romanzo è molto più corale degli altri. A parte la storia di Phury e Cormia, viene approfondito molto il personaggio di Quinn, rifiutato dalla famiglia perchè diverso e quindi imperfetto, per via di un difetto che gli ha dato un occhio verde ed uno azzurro. Il modo in cui la famiglia lo ripudia è avvilente, come tenero il momento in cui, grazie ai fratelli, si rende conto di non essere più solo e di aver trovato una vera famiglia pronta ad accoglierlo. Sarà l'incaricato della sicurezza di John e anche il nuovo tatuaggio fatto dalla sapiente mano di V sembra aggiungere fascino al personaggio. Intanto assistiamo alla metamorfosi di Lash che si trasforma nel malefico figlio dell'Omega. Aveva già tutte le carte in regola, a mio parere, e nel romanzo assistiamo al salto di qualità. Peccato che nessuno sembra essersi reso conto che il ragazzo è ancora vivo e peggio ancora che sia diventato lo strumento principale dell'Omega. In questo volume la guerra tra vampiri e lessers infatti è diventata feroce, con perdite terribili da parte della glymera. Rhevenge viene nominato nuovo leahdyre, malgrado l'oscuro segreto sulla sua natura. Molto spazio viene dato anche al Reverendo, di cui scopriamo pezzi del suo passato, come l'omicidio del padre, un symphat da cui ha ereditato una parte della sua identità, quella malefica. Rhev è in lotta continua con il suo lato malvagio. L'amore per la madre e la sorella in qualche modo lo tengono ancorato al lato morale, al bene, ma il modo in cui, attraverso la dopamina, cerca di annullare la sua natura è comunque terribile a vedersi, in quando vive come sospeso. Emerge in queste pagine la sua lotta continua, asfissiante, che lo induce quasi a vedere qualcosa di positivo nel suo rapporto malato con la Principessa, ovvero la Carnefice che lo ricatta da ben 25 anni. Solo con lei, infatti, può vivere momenti di assoluta libertà, anche se a carissimo prezzo.

Nel complesso il romanzo è imprescindibile, come dicevo prima, nell'evoluzione della storia e un buon voto lo merita grazie alle vicende degli altri personaggi. Phury e Cormia, come coppia meritano una sufficienza, ma considerando le emozioni che regalano gli altri il giudizio si alza.

VOTO: 7/10



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