mercoledì 22 gennaio 2014

FERITA di JR Ward VOL. IX





Il nono volume della saga LA CONFRATERNITA DEL PUGNALE NERO è fondamentalmente dedicata al personaggio di Payne, sorella gemella di Vishous, e al medico Manuel Manello, conosciuto nel volume dedicato a V e alla dottoressa Jane. Che la Ward avesse già in mente un legame tra i due, appariva chiaro già allora, quando V, nel cancellare la mente del medico, aveva provato una strana sintonia e la parola FRATELLO era comparsa nel suo cervello mentre si allontanava.

Le vicende di questo libro riprendono laddove le aveva lasciate, ovvero con Payne, lacerata dal dolore, dopo un movimento brusco e sbagliato durante i suoi abituali combattimenti con Wrath. Questi, ignorando la sua somiglianza assoluta con V e della sua identità, la porta sulla terra convinto che Jane possa aiutarla. La sua comparsa getta il panico tra i vari fratelli e soprattutto sconvolge il precario equilibrio raggiunto da V. Che questo fosse uno dei fratelli più turbati, lo avevamo abbondantemente capito. Qui scopriamo che il lieto fine non è riuscito a placare i suoi demoni, tutti riconducibili al rapporto con il Carnefice, ma anche con una madre che lo ha sacrificato senza pensarci una seconda volta.

I nuclei narrativi sono diversi, come ormai ci ha abituato la Ward. La coppia principale alla quale regalare il lieto fine è quella di Manny e Payne. Tra i due si stabilisce subito la ben nota attrazione fulminea non appena il medico la vede per la prima volta. Certo le sue reazioni nei confronti della sorella di V sono molto istintive e selvagge e si delineano quasi subito come poco umane. Ovviamente c'è una spiegazione che gli permetterà di essere accolto nella grande famiglia della CONFRATERNITA, raggiungendo questa volta un compromesso che gli darà la possibilità di non tagliare completamente i ponti con il mondo umano, come è successo a Butch. Per quanto riguarda la storia tra Manny e Payne, del modo in cui lui la salva e della presenza di lei che riempie il vuoto nella sua vita, si presenta come una vicende piuttosto classica e non è riuscita a donarmi grandi e sincere emozioni. Potrei riassumere le vicende con un: Si vedono, si piacciono e si mettono insieme. Il fatto che Manny ritenga di non avere un futuro con lei perchè umano e quindi con una scadenza più vicina di quella di Payne regge poco come fattore drammatico essendo ormai arrivati al nono volume e sapendo che troveranno sicuramente un modo per superare l'ostacolo. Sarà la stessa Payne a risolvere, donandogli un'eterna giovinezza. Ho trovato molto più emozionante il periodo di solitudine di Manny prima dell'incontro con Payne, i suoi ricordi di Jane e la sua reazione alla sua morte, come la scoperta del mistero che si celava dietro la sua scomparsa.

Jane e Vishous sono i protagonisti dell'altro filone narrativo e  grazie alla loro presenza, insieme a quella del fedele Butch,  riescono in qualche modo a far recuperare punti a questo volume. I tre sono sempre pronti ad appoggiarsi e a salvarsi l'uno con l'altro. V si rende conto che i problemi che si porta dentro non sono risolti, ma capisce anche che deve imparare a condividere e parlare con le persone che lo amano, Jane e Butch fra tutti e questo ci permette di recuperarlo dalla disperazione assoluta in cui era caduto.

Abbiamo ancora il triangolo costituito da Qhuinn, Blay e Saxton, ma a questi viene dedicato poco spazio. Qhuinn prende consapevolezza di amare l'amico di sempre, lo confessa ad alta voce a Layla, che ancora si aggira per la grande mansione alla ricerca di una soluzione per la sua vita. I due sembrano due personaggi inrisolti che sono accomunati da medesimi timori. Blay, pur legato a Saxton, sembra ancora amare l'amico, ma il suo timore di un terzo rifiuto lo ha fatto in qualche modo allontanare da Qhuinn, che pur consapevole dei suoi sentimenti è quanto mai intenzionato a stare lontano da Blay e a soffrire.

Nel volume vengono presentati anche nuovi personaggi, che dal Vecchio Continente sbarcano a Caldwell. Si tratta della Banda dei Bastardi in cui spiaccano soprattutto Xcor e Throe. Più selvaggi dei fratelli, sono vampiri che combattono per il gusto di uccidere più che seguire un codice di onore e che sembrano intenzionati a fare la guerra a Wrath, privandolo del suo trono. Se quando compaiono in scena non suscitano molto la mia simpatia, devo dire che Xcor e Throe pian piano mi hanno convinto anche perchè alla fine sembrano avere più onore di quello che ipotizzano. Ovviamente sono sicura che la Ward stia preparando il terreno per nuovi romanzi.

Come ultimo filone narrativo ritroviamo un volto amico, José de la Cruz che è affiancato da un nuovo collega, un certo Thomas Del Vecchio, piuttosto spericolato. I due sono sulle tracce di un assassino seriale che alla fine sarà ucciso da Throe, ma quello che ho trovato più emozionante è stato sicuramente il momento in cui José ascolta una voce con un forte accento bostoniano che fa la segnalazione del primo omicidio. Nello stupore e nel desiderio che si tratti della voce del vecchio collega, scomparso nel nulla, è riuscito a conquistare tutta la mia attenzione.

Nel complesso il volume è interessante, con storie sicuramente più belle di altre, forse con un'eccessiva dispersione con la presentazione di troppi filoni non sembre ben collegati tra di loro.

VOTO: 7







Nessun commento:

Posta un commento