Nel terzo volume della saga LA CASA DI ROHAN, ci troviamo proiettati ancora una generazione avanti. Miranda Rohan è la figlia di Adrian e Charlotte, l'unica figlia femmina in una famiglia di uomini.
L'antefatto della sua "fall from grace" (CADUTA) viene raccontato rapidamente, senza troppa enfasi sui lati tragici della vicenda, senza soffermarsi sul dolore. Miranda viene rapita e sedotta da Christopher St John intenzionato a costringerla a sposarlo. Lei riesce, dopo due giorni e due notti, a fuggire, ma ormai la società la rifiuta e lei paradossalmente decide di approfittare di tutta questa libertà. Visto che ormai si è già detto di tutto su di lei, vivrà liberamente senza più adattarsi alle regole e grazie alla protezione e all'amore dei Rohan la ragazza passa due anni tutto sommato sereni.
Quello che spiazza è il fatto che dietro il suo secuestro e la sua violenza non c'è semplicemente l'avidità di St John, ma il protagonista, il terribile Lucien De Malheur. L'uomo, deturpato completamente da cicatrici misteriose sul volto, e con una gamba ferita, è un personaggio pericoloso e schivo di cui si mormora in tutti i salotti dove non viene invitato.
L'obiettivo di Lucien è quello di vendicarsi di Benedick Rohan, che ha sedotto e indotto al suicidio la sorella. Occhio per occhio è la mentalità di Lucien, ma vista l'incapacità di St John di portare a termine la sua vendetta, Lucien decide, dopo due anni, di prendere su di sè il compito di vendicarsi ed un pomeriggio di pioggia, mentre la ragazza guida da sola la sua carrozza scoperta, un incidente (organizzato dal diabolico De Malheur) incrocia i loro cammini.
Peccato che Miranda non è la tipica ragazza "caduta" della società londinese: è una ragazza forte, volitiva, indipendente e piena di interessi intellettuali.
Lui decide che troverà un modo per sposarla e separala dalla famiglia.
Lei è sedotta da questo personaggio singolare e nella noia in cui vive, ora che la famiglia si è trasferita nel Yorkshire, comincia a frequentare Lucien ignorando le sue vere intenzioni. Intanto si sviluppa anche un filone secondario, quello di Jane ed il capo dei ladri, in combutta con Lucien.
Durante una festa in maschera a casa di una ricca dama della società, Lucien ed il ladro (non ricordo il nome) si mettono d'accordo per derubare la nobildonna di tutti i suoi gioielli. Peccato che mentre Lucien intrattiene Miranda, la povera Jane finisce nella camera dove si trova anche il ladro ed un bacio da il via a questa nuova storia.
E' strano che il primo bacio di questo libro (che arriva dopo un pò) sia non dei protagonisti.
La seduzione viene raccontata rapidamente senza indugiare sulla falsità di Lucien.
Quando Miranda ormai è convinta di aver trovato in lui un amico, Brendonn, il fratellino più piccolo, ritorna a casa per metterla in guardia e la ragazza, infuriata per i pregiudizi della famiglia, corre dall'uomo per avere spiegazioni sul fatto che i Rohan lo considerino un pericoloso nemico.
E Lucien reagisce con il suo solito sangue freddo.
Conferma tutti i timori della ragazza senza dirle niente. Miranda si rende conto che l'uomo che è diventato suo amico non esiste.
Lucien De Malhuer è davvero un "bad boy" più di tutti gli altri Rohan. Francis era un libertino annoiato che nascondeva una vera e propria tragedia, Adrian era un cinico ed un immaturo. Lucien è intenzionato ad essere un cattivo, lo dice ed attua come tale. Intanto la povera Miranda (di cui apprezzo il sangue freddo in quanto non si lascia mai abbattere dalle situazioni), viene praticamente rapita per essere trascinata nella regione dei Grandi Laghi dove si trova un diroccato castello medievale dove la ragazza dovrebbe vivere come moglie del terribile Lucien.
Jane, resasi conto che qualcosa non va, si intrufola nella carrozza impressionante (tirata da ben sei cavalli). Ma quando Lucien si rende conto che si trova con loro, grazie anche all'abilità di Miranda di capire su che tasti spingere, decide di rimandarla a Londra.
Chiama così Jacob (il ladro) per ricondurla a casa e spero che qualcosa succeda per convincerla a rinunciare al matrimonio con Borewell (come lo chiama Brendonn sottolineando quanto sia noioso).
Ed intanto arriviamo al tanto atteso bacio tra i due protagonisti. La scommessa nasce da Lucien (oggettivamente molto sicuro di se). Se lei non risponderà al suo bacio, lui la lascerà andare, non sfiderà a duello il fratello e si limiterà a cercare di rovinare solo economicamente la sua famiglia.
Miranda non può credere che sia una sfida seria.
Il ricordo di St John la rende sicura della sua vittoria. Ha trovato l'esperienza quanto mai sgradevole. I due si sfidano e, ahimé, Miranda scopre un altro mondo. E ovviamente perde la scommessa.
Libro che mi ha decisamente catturato per le sue atmosfere, per quella tensione continua che un personaggio come Lucien De Malheur genera, per il contrasto con il luminoso carattere di Miranda, pronta a tutto pur di scemare gli aspetti tragici della sua esistenza. Lucien si è lasciato sedurre dalla "quasi moglie", ma ancora lotta per non avere il ruolo di Calibano, ma quello di Riccardo III nella commedia/tragedia della vita e a questo punto, dopo essersi reso conto che il bisogno di Miranda cresce ogni giorno di più, decide di compiere l'atto da "malvagio" shakesperiano per dimostrare alla ragazza che a lui di lei non importa niente, che l'unica cosa che conta è la vendetta della sorella. Ad un certo punto scopriamo l'origine delle sue cicatrici, che ci proietta l'immagine di un bambino seviziato dalla follia di una donna...
Così come in poche battute riusciamo a vedere la vita di Jacob, piccolo e torturato spazzacamino in un mondo decisamente crudele e senza pietà neanche per un bambino.
E malgrado la storia di Jane e Jacob sia tenera, io non riuscivo a non voler sapere come sarebbe finita la cerimonia nuziale al HEAVENLY HOST con rito di iniziazione e la sposa condivisa con tutti gli ospiti.
Miranda spera fino alla fine che Lucien possa riscattarla, che non la lasci andare, ma quando lui si rende conto di non riuscira a dividerla con tutti gli altri, lei è talmente sconvolta (ormai era già stesa sull'altare e pronta al sacrificio), che quando lui l'accompagna alla carrozza lei sente che ormai non può più amarlo.
Ma il problema è un altro.
Alla cerimonia era presente il viscido St. John.
Tra i tre personaggi dei romanzi di questa saga, sicuramente Lucien De Malheur è il più "cattivo" dei tre. Il suo desiderio di assomigliare a Riccardo III lo rende un personaggio cupo, dai meccanismi complessi, che non si fa scrupoli sul prossimo e che finisce quasi sul punto di travolgere anche la protagonista (quanto mai solare e positiva).
Nella parte finale del libro, quando lei compare sulla banchina del lago con le braccia piene di fiori, meditando su come uccidere Lucien, adesso che ha scoperto che lui è la mente dietro al suo sequestro e la sua violenza, ho davvero temuto che il romanzo terminasse con la morte del protagonista.
Se una nota negativa si deve proprio trovare è forse, a mio parere, la fine, troppo frettolosa rispetto al resto. Avrei voluto un'analisi più approfondita, soprattutto non un perdono così immediato dopo aver scoperto un'enormità tale come quella sulla sua "fall from grace".
Certo resta un romanzo affascinante, pieno di sfumature, con un cattivo protagonista assoluto e ben tracciato. Interessante notare che, anche dopo essersi reso conto di amare Miranda, Lucien se ne sta alla finestra osservando invaghito la moglie che passeggia nel sole e allo stesso tempo medita su come debba far assassinare St. John che sicuramente tornerà all'attacco dopo qualche tempo per estorcergli altro denaro.
Certo la scoperta di Miranda rovina i piani di St. John e anche il nuovo delitto, ma non sapremo mai cosa succederà quando il viveur tornerà dal continente.
Libro sicuramente da leggere per gli appassionati del genere.
FRASI TRATTE DA BREATHLESS
Miranda a Jane su St. John: Sebbene mi aspetto che sia più entusiasta per i miei soldi che per la mia persona!
Miranda a Jane su St. John: Sebbene mi aspetto che sia più entusiasta per i miei soldi che per la mia persona!
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Brigette : Nessuno dice che l'amore debba essere pratico, mia signora.
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Erano fedeli ad una colpa.
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Non c'è niente di peggio che avere il mondo che ti giudica, che si inventa storie e peggio ancora che le creda vere.
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Sono sicura che vi piace vedervi come Otello, torturato ed oscuro, ma io vi vedo più come Calibano, neanche lontanamente così mostruoso come credete.
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Mia Signora, ha sbagliato dramma. Sono Riccardo III, deciso ad essere un villano.
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Ho gli occhi come i gatti. Posso vedere nell'oscurità.
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Non è un essere umano, è lo scorpione.
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Aveva avuto un vantaggio ingiusto. Conosceva il corpo delle donne molto più di lei che ne possedeva uno.
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Il latino era il perfetto antidoto al desiderio.
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Aveva più soldi di Dio, aveva detto, blasfemo come sempre.
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Il sole non era adatto ad un cattivo. Era più propenso all'oscurità e alle ombre.
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"Qual'è il verso?" "Uno può sorridere e sorridere ed essere una carogna. Non era Riccardo III, ma Amleto, assetato di vendetta.
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Se si pensava ad uccidere qualcuno, quel qualcuno doveva essere per forza lo Scorpione. Doveva solo incontrare le persone per trasformarle in assassini.
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