OSSESSIONE di J.R. Ward - XVII volume de LA CONFRATERNITA DEL PUGNALE NERO
Adoro J.R.Ward. L'ho conosciuta diversi anni fa quando mi sono imbattuta nel primo romanzo della saga LA CONFRATERNITA DEL PUGNALE NERO, in RISVEGLIO, dedicato a Wrath, re della specie che combatte per accettare il ruolo che il destino gli ha affidato, e Beth, la mezzosangue che viene introdotta in un mondo di cui neanche immaginava.
Da allora sono trascorse infinite letture, non solo di romanzi della saga de LA CONFRATERNITA. Ho letto anche volumi in cui si firmava Jessica Bird e che in qualche modo continuavano a riflettere tutte le sue qualità di scrittrice.
Attendevo quindi questo diciassettesimo volume con un certo interesse, pur sapendo che era dedicato al Fratello Muhrder, che era stato allontanato dalla Confraternita vent'anni prima, per aver avuto un crollo psicologico e aver raso al suolo un laboratorio umano in cui facevano esperimenti su quelli della loro specie. Era l'ex compagno di Xhex, ma in qualche modo non aveva suscitato la mia fantasia e quindi non avevo grandi aspettative.
OSSESSIONE è il titolo impropriamente tradotto da quello originale, THE SAVIOR, che come al solito era decisamente più adatto alla figura di Muhrder, che vive sperando di poter riscattare la donna che non era riuscito a salvare nel laboratorio e poi suo figlio Nate, ancora tenuto prigioniero alla BioMed.
Anche se, seguendo lo schema che ben conosciamo, ritornano sulla scena vecchie coppie, in questo caso quella di John e di Xhex, che non sono tra i miei preferiti, quella nuova è costituita da Muhrder e Sarah, la dottoressa che lavora per la BioMed e che ha perso il suo compagno due anni prima, in circostanze che ancora le lasciano un alone di sospetto.
Sarah indaga e scopre che il compagno era a conoscenza di un progetto segreto della BioMed che lavorava su creature dotate di caratteristiche molto particolari. Sconvolta decide di entrare nella sezione segreta, dove aveva accesso solo Gerry, e qui troverà Nate e il suo destino cambierà per sempre.
Sulle tracce di Nate si mette anche Muhrder, abbandonando il suo rifugio e decidendo uscire allo scoperto. Rientrare nella confraternita e avere contatti con i fratelli, che in un primo momento non si fidano di lui, aiuterà il nostro eroe a superare i suoi traumi e a trovare la sua strada, che ovviamente lo porterà tra le braccia di Sarah.
Il problema è che tutto inizia lentamente, senza grande coinvolgimento emotivo. Pur capendo il dolore di Sarah, la sua solitudine, che poi giustificherà il modo in cui si trasferirà nel mondo dei vampiri, viene dato troppo spazio a questa parte e poco alla storia d'amore, che alla fine in questi romanzi dovrebbe essere centrale e avvolgente.
I due si vedono e si piacciono subito e Muhrder la riconosce come la donna del suo destino, ma tutto ci viene presentato troppo in fretta, mentre molto spazio viene concesso alla preparazione all'incontro, alle riflessioni sulla solitudine, alla nascita di nuovi nemici e al personaggio di Throe, di cui ci sbarazziamo rapidamente, andato via senza infamia e senza lode.
Anche la risoluzione del problema dell'immortalità di Muhrder e della vita umana limitata di Sarah, viene risolta troppo frettolosamente, senza farci palpitare, come invece sono riuscite molte delle coppie che li hanno preceduti. Il problema di questo romanzo è che non brilla di luce propria; sembra quasi che l'autrice l'abbia scritto trascinata dagli eventi, senza che ci fosse una storia sua da raccontare, con elementi che si ripetono (come una dottoressa che entrerà nella clinica a sua volta), senza grandi novità. L'incanto dei primi libri è piuttosto lontano.
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