ORGULHO E PAIXAO - L'esplosione (11)
Darcy, Elisabeta ed Ernesto si trovano nella galleria che la compagnia di Darcy sta scavando per far passare la ferrovia. I tre stanno litigando come al solito, ma è soprattutto lo scontro tra Darcy ed Ernesto a far scoppiare letteralmente la situazione.
Ernesto, dopo essersi coraggiosamente licenziato, colpisce Darcy con un pugno facendolo cadere sulla leva collegata alla dinamite. L'intervento era stato preparato per il pomeriggio, quando tutto si sarebbe potuto mettere in sicurezza.
Lo scoppio improvviso genera il panico e l'unica cosa su cui si trovano d'accordo i due pretendenti, è quello di mettere Elisabeta su un carrello che le permette di uscire prima del crollo, che invece travolge loro.
All'esterno Elisabeta disperata cerca di coordinare i soccorsi e decide di correre in paese a chiedere rinforzi per aiutare nelle ricerche dei due dispersi. Ad intervenire sarà l'esercito, coordinato dal Colonnello Brandao e tutti quelli che possono dare il loro contributo.
Susana incolpa Elisabeta di quello che è successo, ma la ragazza non si lascia scoraggiare, sostenuta anche da Emma, con la quale ha risolto i passati diverbi.
Mentre Camilo e Julieta arrivano a Rio, e Jane e Ofélia cercano inutilmente il ragazzo a casa dei Bittencourt, tutta la scena dell'episodio si concentra su Darcy ed Ernesto, imprigionati nella galleria.
Sopravvissuti al crollo, i due si mettono alla ricerca di una possibile via di fuga, mentre dall'esterno cercano di rimuovere le pietre che ostruiscono l'ingresso. La rivalità si trasforma in alleanza ed i due s'impegnano per trovare un modo per liberarsi.
Questi elementi di avventura sicuramente offrono qualcosa in più nella storia che permette di seguire le numerose puntate, ma nel suo insieme il prodotto sembra molto più leggero e superficiale di JOIA RARA, con una strizzata d'occhio ai romanzi della Austen, ma collocando personaggi in un contesto assolutamente molto lontano dalla società che la scrittrice inglese aveva descritto così bene e in profondità.
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